24 ottobre 2013

PMI e giovani, pronti a diventare... "Digitali per crescere"

Promuovere la formazione e la digitalizzazione di PMI e giovani del Paese, tramite una collaborazione pubblico-privato. Obiettivo molto chiaro, quello dell’ultima iniziativa annunciata da Microsoft Italia.
Il nuovo progetto per la digitalizzazione del Paese, “Digitali per crescere”, si pone l’obiettivo di raggiungere capillarmente sul territorio 1 milione di Piccole e Medie Imprese e 200.000 giovani italiani, per dare avvio a un circolo virtuoso di occupazione e crescita, che faccia leva sulle potenzialità delle nuove tecnologie.
Partiranno, in tutta Italia, Laboratori di Esperienza Digitale (LED), in partnership con le principali Università del Paese, e organizzati eventi di formazione gratuita (in collaborazione con le associazioni del territorio), per aiutare le PMI a intraprendere un percorso d’innovazione e i giovani ad acquisire competenze professionali in linea con gli attuali trend tecnologici.
Accedendo alla piattaforma digitale (digitalipercrescere.it e su Twitter con #digitalipercrescere), PMI e giovani potranno accedere a risorse potenzialmente molto utili come: laboratori, device, eventi, corsi di formazione, check-up sul grado di innovazione dell’azienda, informazioni su modalità di finanziamento e programmi di accelerazione per startup e giovani imprenditori.

Tra i partner strategici del progetto ci sono nomi come: Unioncamere, Poste Italiane e Intel, che insieme ai partner dell'ecosistema Microsoft (Acer, Asus, HP, Lenovo, Nokia, Panasonic, Sony, Toshiba...) metteranno a disposizione delle piccole e medie aziende e degli studenti, strumenti concreti per accompagnarli verso le nuove tecnologie e il Cloud Computing.
Punto forte dei LED sarà inoltre lo showcase di nuove tecnologie e la possibilità di condividere casi di successo. Il primo LED apre a Torino, in collaborazione con l’Istituto Superiore Mario Boella e il Politecnico di Torino e nei prossimi mesi Microsoft inaugurerà anche i laboratori di Milano, Roma, Napoli, Padova, Bari, Pisa e di altre città.

22 ottobre 2013

UniCredit si concentra sulla user experience nella nuova app per tablet

Dopo alcune settimane dal rilascio su App Store, il bilancio della app di mobile Banking di UniCredit Italia appositamente disegnata per iPad, sembra essere positivo: almeno stando al giudizio degli utenti.
Il prodotto, che ha arricchito in modo significativo l'offerta multicanale del Gruppo, è la risposta concreta a un trend di mercato in costante ascesa che ha visto l’Italia figurare tra i principali protagonisti: al termine del 2012, il numero dei tablet venduti nello stivale aveva già raggiunto quota 3,6 milioni, registrando un +140% rispetto all’anno precedente (ABI Lab, giugno 2013). Gli ultimi dati IDC (IDC, maggio 2013) stimano per la fine del 2013 una crescita complessiva globale del 58.7% rispetto all’anno precedente.
Tali dati testimoniano un naturale processo di evoluzione nella dotazione tecnologica dei clienti che quotidianamente accedono ai servizi di Internet Banking, che sta portando con sé culture e paradigmi di fruizione completamente nuovi.
Realizzata in collaborazione con Opentech, la app UniCredit per iPad, ha visto la luce con un design di prodotto e una tecnologia di sviluppo innovativi, basati sulla valorizzazione delle peculiarità del tablet, per offrire un’interfaccia utente ricca di contenuti e facilmente esplorabile attraverso interazioni touch.
Il design funzionale è stato completamente incentrato sul profilo del cliente: ad esempio, il sistema di navigazione consente di cambiare liberamente e personalizzare la disposizione delle voci in base alle proprie preferenze. Prevista, a breve, anche una versione per tablet Android.

18 ottobre 2013

IAB Seminar: il valore aggiunto del Display Advertising

Display Advertising in rapida crescita in Italia, con un +15,3% (dati 2012 vs 2011). Rispetto agli altri paesi europei, siamo al 4° posto per valore di investimenti in questo settore (dopo Regno Unito, Germania e Francia).
Il video si rivela lo strumento sui cui il mercato punta di più, con una crescita del 75% rispetto allo scorso anno e con un valore del 20% rispetto agli altri strumenti della Display Advertising. Entro fine anno IAB Italia prevede una crescita del 2% dell’intero settore della Display Advertising.

Questi i dati salienti nell’intervento di Simona Zanette, Presidente IAB Italia, in occasione dello IAB Seminar, tenutosi a Milano ieri 17 ottobre. Secondo Simona risulta sempre più complicato conquistare l’attenzione dei clienti: la Display Advertising, quindi, è di importanza fondamentale all’interno del media mix, per le sue importanti potenzialità di costruire brand awareness.
L’incontro è poi proseguito con un tema cruciale: l’analisi del ROI delle campagne, resa possibile da attività e strumenti di misurazione dell’audience. Questa analisi strategica permette, infatti, di definire la pianificazione digitale e di misurare i fenomeni di dispersione, attraverso analisi di post-buy.
L’importanza di misurare la “Total Digital Audience” da qualsiasi device è stato invece al centro dell’intervento di Enrico Gasperini, Presidente Audiweb, che ha presentato il nuovo sistema di rilevazione Audiweb, che permetterà agli operatori di avere una visione completa del comportamento dei consumatori online, pianificando le proprie campagne anche su dispositivi mobili.


16 ottobre 2013

Mobile Payment: piace al 94% degli italiani che lo hanno provato

In occasione del SIA EXPO 2013, l’evento dedicato a digital money e innovazione, sono stati presentati i risultati della ricerca su l’utilizzo dei mobile payment. In definitiva, il mobile payment si sta facendo progressivamente strada nella vita quotidiana ed è unanimemente riconosciuto come sistema di pagamento da diffondere. Ecco alcuni dati salienti:
Il 91% dei tester ha usato il cellulare per effettuare tra i 4 e i 10 pagamenti al mese
Il 76% degli acquisti per importi al di sotto dei 25 euro
>  Il 71% lo ha utilizzato presso supermercati o centri commerciali, il 44% nei ristoranti, il 29% presso bar, edicole e tabacchi
>  Tra le caratteristiche più apprezzate la velocità (59%), la praticità/comodità (47%) e l’eliminazione del contante o delle carte (21%)
>  L’88% auspica uno sviluppo del mobile payment ai trasporti, il 76% a documenti personali (come codice fiscale/tessera sanitaria) e alla sostituzione del badge aziendale, il 73% alle carte fedeltà e buoni sconto
>  Dalla ricerca emergono anche alcune inefficienze come la limitata formazione e praticità degli esercenti (56%), problemi tecnici (32%) e scarsa diffusione dei POS contactless (29%)
>  Le donne sperimentano di più negli acquisti con smartphone (importi più elevati)
>  Ci sono esercenti “insoddisfatti ma lungimiranti”, ovvero le grandi catene non ancora molto soddisfatte della diffusione della tecnologia ma che intravedono nel mobile payment un’interessante opportunità di business futura;
>  I “soddisfatti”, sono esercenti e realtà medio/piccole ma con un numero di utilizzatori abbastanza elevato, che vedono nel mobile payment un modo per soddisfare e fidelizzare la propria clientela. 

15 ottobre 2013

Una nuova sfida chiamata Hudl. Ma il focus è nei servizi

Come molti addetti ai lavori sanno, il retailer d’Oltremanica Tesco è sempre stato un precursore: si è mosso per primo su format alternativi per i punti vendita, sull’eCommerce e sulla tecnologia. Non sempre le sue strategie sono state vincenti, ma studiate e pianificate accuratamente... quello si.
Proprio secondo una precisa strategia, ora Tesco ha lanciato la sua sfida nel mondo dei Tablet. Hudl è un tablet 7” basato su sistema Android, venduto al prezzo di £119. E’ dotato di Schermo HD, wifi, Bluetooth, micro HDMI e 16 GB di memoria (espandibile). Venduto in diversi colori, sembra essere un competitor diretto del Kindle Fire di Amazon.
Philip Clarke, CEO di Tesco, ha commentato così il lancio del tablet: "The digital revolution should be for the many, not for the few". Chiarissima la dichiarazione d'intenti di agevolare una più ampia diffusione dei tablet tra i propri clienti e non solo.
Hudl, soprattutto, è dotato di un pulsante launcher Tesco, che consente agli utenti di effettuare acquisti, essere informati su eventi, sfruttare promozioni, vedere i punti della propria Carta Fedeltà, guardare video e ascoltare musica (tramite Blinkbox), e molto altro.

Un insieme di servizi brandizzati, che si inseriscono in un mercato, quello dei tablet, decisamente in crescita. Servizi da cui il gigante internazionale potrà generare ampi margini, ma soprattutto da cui ottenere dati essenziali per profilare sempre meglio i clienti, le loro preferenze e i loro comportamenti, puntando a offrire servizi e user experience sempre più personalizzati.
Definirei questo un ottimo caso di studio, per dimostrare come il binomio tecnologia-marketing, se ben sfruttato e inserito all’interno di una strategia di medio-lungo periodo, possa aprire scenari promettenti e nuove opportunità per ogni azienda.
Quello che serve, come sempre, è una vision.



11 ottobre 2013

Archiviazione di file: in italia regna il caos digitale

L’Italia è un Paese che vive nel “caos digitale”, dove forse solo la mera fortuna ha evitato di perdere per sempre file, foto e  video personali preziosi. Questo è il responso di una ricerca condotta da WD. Secondo i dati, pare che le famiglie italiane utilizzino in media ben 15 differenti dispositivi digitali o di archiviazione per salvare i propri file personali e il 61% degli utenti non esegua il backup dei propri dati.
La ricerca di WD ha scoperto che gli italiani mantengono i propri file su un gran numero e varietà di dispositivi, compresi smartphone, tablet, PC, computer portatili e chiavette USB. Tra coloro che non eseguono il backup, oltre un quarto (25,5%) ha dichiarato di essere troppo impegnato per farlo, il 15,6% ha affermato di non esserne interessato, e il 12,4% di non sapere nemmeno come farlo.  
Gli italiani hanno dimostrato di essere dei ‘distratti digitali’, a pari merito con i tedeschi, con file vari distribuiti su 15 dispositivi differenti, preceduti solo dagli spagnoli, citati come i più disorganizzati a livello digitale con 16.


8 ottobre 2013

Spunti per fare (bene) marketing con Instagram

Le aziende che usano Instagram per fare marketing ottengono più visualizzazioni delle proprie foto in orari serali e nei weekend. Si tratta però di una lievissima predominanza, rispetto agli orari di lavoro.
Da qui partono i dati emersi da una Ricerca su Instagram, condotta da TrackMaven, azienda statunitense specializzata in analisi competitive.
Lo studio analizza come viene utilizzato Instagram dalle aziende che fanno parte della lista Fortune 500.
Capitolo sui video: meglio se lunghi fino a 15". Risultano più visti e particolarmente efficaci. La tendenza su orari e giorni migliori per le visualizzazione è simile alle foto, ma è accentuata la preferenza per orari serali e weekend.

Riguardo alle interazioni (like + commenti), usando come parametro il numero di #hashtag usati, si nota una forte correlazione tra efficacia dei post e hashtag utilizzati (fino a 5). Risultato: mettere più di un hashtag funziona.

Consiglio per tutti: Instagram è uno strumento di marketing potente, ma anche "molto visuale". E' importante perciò utilizzarlo dando risalto a idee, fantasia ed emozioni: dimenticate quindi le foto standard di prodotti, come fosse un catalogo.

I filtri più utilizzati su Instagram

5 ottobre 2013

eCommerce in Italia: resta grande il gap con l’Europa

Ha la percentuale europea più alta di utenti che non hanno mai usato Internet (37%) e quella più bassa di acquirenti online (11% secondo Eurostat): stiamo parlando dell’Italia purtroppo. Un gap digitale che sta rallentando la diffusione dell’eCommerce.
Secondo il consorzio Netcomm, intervenuto a Internet Days di Milano, questo gap si potrebbe colmare con un’educazione al digitale che riduca la sfiducia e scarsa conoscenza dell’eCommerce.
Tuttavia, nonostante questa sfiducia, i dati Netcomm HumanHighway evidenziano che il 91% degli acquirenti online dia al canale eCommerce un voto superiore a 7. Chi ha sperimentato il servizio offerto dall’eCommerce risulta quindi largamente soddisfatto dell’esperienza vissuta.
I dati Eurostat restituiscono un’immagine inquietante del gap digitale che sta distinguendo l’Italia dagli altri Paesi europei: ben il 37% degli italiani non ha usato Internet del 2012, contro il 22% della media europea; solo il 33% interagisce con la Pubblica Amministrazione via Internet, e una percentuale ancora inferiore, l’11%, ha acquistato online negli ultimi tre mesi, un terzo della media europea (35%) e un sesto degli e-shopper inglesi, che raggiungono quasi il 65%.
L’eCommerce è, infatti, un mercato in crescita, con incrementi annui costanti dal 2009 a oggi nell’ordine del 17-19%. Ma il gap tra gli internet user, pari a 38 milioni, il 63% della popolazione e chi acquista online l’11%, rivela un ampio margine di crescita.


2 ottobre 2013

Quando un'app crea un intero ecosistema per l'azienda

In questi giorni ho letto con interesse un post di Peter Coffee, in cui sottolinea l'importanza per le aziende di sviluppare delle app.
Al grido di "
Your App is Your Brand", Peter ritiene che un'app oggi è la porta d'ingresso principale per il business.
Per quanto estrema appaia questa affermazione, penso che possa effettivamente indicare un percorso valido per le aziende.
Gli utenti che utilizzano app sono in costante crescita (al ritmo del 30% ogni anno) e, probabilmente, per molti di essi è decisamente il modo migliore per avviare (o mantenere) un contatto di valore con i brand.

Tuttavia creare un'app non vuol dire solo programmarla e distribuirla tramite un App Store.
L'applicazione per mobile deve creare un proprio ecosistema sostenibile, essere integrata in un progetto di business più ampio, essere funzionale ad obiettivi predefiniti e soprattutto deve creare una user experience di valore (= qualità) per il cliente.
Le metriche utilizzate per misurare utenti e traffico generato dalle app, non possono essere solo quantitative, ma devono definire e rispettare un ROI non standardizzato, ma in linea con la realtà aziendale e i suoi obiettivi. Lo stesso engagement sviluppato con i clienti, può rientrare nei parametri che definiscono il ROI di cui parliamo.
Le app dunque, stanno diventando sempre più il volto dei brand, pilastri di strategie di marketing e servizi a valore aggiunto.
Dietro un'app c'è tutto questo.. e molto altro.
Dietro un'app, c'è tutta la tua azienda.