19 dicembre 2013

Natale 2013, sempre più italiani comprano online i regali

Sono oltre 7 milioni gli italiani che quest’anno compreranno almeno un regalo di Natale sul web: quasi 2 milioni di acquirenti in più dell’anno scorso.
Una ricerca condotta da Netcomm, in collaborazione con Human Highway, riporta come, tra gli acquirenti online abituali, coloro che compreranno i propri regali di Natale su Internet salgono dal 37% del 2011 al 50% del 2013 (passando dal 44% del 2012).
A sostegno di questo dato, il forte aumento degli acquirenti “Online first”: il 20% degli intenzionati ad acquistare almeno un regalo di Natale online dichiara che li acquisterà tutti o in maggioranza attraverso Internet. Si tratta di un segmento molto particolare, formato da quasi un milione e mezzo di individui, più che doppio rispetto allo scorso anno. Sono persone che si rivolgono in prima istanza alla Rete per una buona parte dei loro acquisti abituali, dai libri all’elettronica, dai viaggi ai contenuti digitali. Con l’emergere nell’ultimo anno di nuovi categorie di prodotti: la cosmetica, particolari prodotti alimentari, l’arredamento e gli accessori per la casa.
Forte crescita degli e-shoppers che hanno raggiunto i 14 milioni. Più di 30 milioni hanno oggi uno smartphone e ben 22 milioni di italiani lo usano per navigare. Secondo le indagini della ricerca, oltre il 10% degli acquisti è fatto da uno smartphone o un tablet (cifra più che raddoppiata rispetto al 2012). In un periodo di budget ristretti delle famiglie il settore delle flash sales e del couponing hanno giocato un ruolo estremamente positivo mettendo a disposizione dei più indecisi prodotti e servizi di qualità a prezzi molto accessibili.
Il 25,5% degli acquirenti online di regali di Natale dichiara che farà meno acquisti rispetto all’anno scorso, ma il 29,3% degli acquirenti online di regali di Natale dichiara che farà più acquisti rispetto all’anno scorso.


17 dicembre 2013

Framework di sviluppo e user experience, nei progetti "mobile"

Molti project manager e sviluppatori, progettando applicazioni per dispositivi mobili, si trovano di fronte al dilemma di come combinare la user experience di un’applicazione nativa, con la flessibilità di gestione e l’adattabilità cross-platform tipica di una soluzione ibrida.
Questo ha costretto le aziende a fare una scelta di fondo tra: prodotti mobile sviluppati in linguaggio nativo, caratterizzati da un'elevata user experience (ma con costi di sviluppo e gestione maggiori); e prodotti realizzati con tecnologia ibrida e adattabile alle varie piattaforme, ma che forniscono un’esperienza utente non ottimale.
Su diverse tipologie di app (retail, banking, servizi...) un’attenzione particolare dovrebbe essere rivolta alla homepage e al menu di navigazione. Una composizione dinamica e fluida di una homepage ben progettata e sviluppata, è un ottimo biglietto da visita che predispone positivamente il Cliente. Un menu ben disegnato poi, che reagisce tempestivamente e fluidamente alle gesture dell’utente, restituisce un senso di confort e piacevolezza, in grado di stimolare un approccio positivo che lo porterà a osservare con maggiore interesse tutte le sezioni, facilitando il processo di “familiarizzazione” con l’app.
Quanto sin qui descritto mette in luce l’importanza della user experience, rivalutando in modo significativo gli impatti che può avere, sulla percezione del Cliente finale, la qualità di un prodotto in linguaggio nativo.
Al contempo, tuttavia, dal punto di vista dei gruppi responsabili dei progetti mobile, l’attenzione ai costi e a tempi di delivery più contenuti, possono avere un peso determinante nella preferenza verso soluzioni ibride.
La soluzione non è quindi semplice (nè tantomeno immediata). Occorre anzi valutare, di volta in volta, la scelta migliore in base alle priorità e linee guida di ogni distinto progetto.

12 dicembre 2013

Previsioni per il 2014? Molte novità... dalle app

Nel 2013 abbiamo visto nascere sul web aziende che, per la prima volta, hanno osato modificare lo status quo e rivoluzionare i modelli di business a cui siamo abituati: un esempio su tutti può essere Uber, l’app che consente di chiamare un ‘taxi privato’ e che va a scardinare regole, lobby e concetti fortemente radicati nel nostro Paese. Difficile vederlo come un caso isolato. Diversi attori seguiranno questo percorso.
Nel frattempo, molte app crescono e “si danno un tono” ...diventando Personal Assistant. Una recente analisi sui nuovi trend, condotta da Akamai, evidenzia come, oltre Siri e Google Now, le app stiano diventando sempre più predittive. Anche qui giova portare un esempio: iBeacons. Una tecnologia che assume le sembianze di un “assistente virtuale” che accompagna l’utente durante lo shopping. Testato negli Apple store, iBeacons consente all’utente di scansionare gli oggetti visionati per accedere a ulteriori informazioni, recensioni di altri utenti e ricevere preventivi. Di strada da fare ce ne è ancora... ma già alcune catene (come Macy’s) sembrano già interessate.


2 dicembre 2013

Whirlpool lancia una Digital School con lezioni su Slideshare

È la prima digital school aziendale online, accessibile a tutti e orientata ai social media, al web marketing e all’e-commerce. Così viene descritta da Whirlpool la propria iniziativa, composta da moduli formativi, pensati dapprima per le funzioni interne e successivamente pubblicate sul social media allo scopo di contribuire alla diffusione della cultura digitale.
L’azienda, riconosciuta come una delle più attive e prolifiche nel mondo dei social media, ha l’intento di rendere accessibili alle PMI e ai professionisti contenuti che non avrebbero mai potuto avere gratuitamente.
Le prime 9 lezioni, sono consultabili sul canale Slideshare di Whirlpool EMEA, sono state realizzate dalla multinazionale degli elettrodomestici in collaborazione con H-ART, azienda specializzata nei digital media.
Nei primi 9 moduli pubblicati si spazia dalle dinamiche interattive dei social media all’impatto della rivoluzione digitale sul business, dall’ecosistema digitale all’uso, individuale e aziendale dei social media, dai cambiamenti nell’utilizzo e nella produzione dei contenuti all’adattamento del messaggio alle diverse piattaforme, dal cambio nelle  abitudini di acquisto alle tendenze in atto nel web.
Tutte le lezioni, che si possono seguire nell’arco di venti minuti al massimo, hanno un taglio prettamente operativo con casi concreti e suggerimenti di immediata applicazione.Una comunicazione non unidirezionale, dato che l’azienda ha dichiarato anche di essersi attivata per ricevere contributi e suggerimenti, per arricchire e migliorare i contenuti proposti.